Ieri sera, in Piazza Duomo, non si sono accese solo migliaia di luci.

Si è accesa una città.

Perché un albero di Natale è molto più di una tradizione: è un rito collettivo, un gesto che ogni anno mette in pausa il rumore del mondo e rimette al centro ciò che davvero conta.

Per le persone,

quel momento è un respiro. Uno spazio per tornare bambini, anche solo per qualche minuto, mentre il freddo pizzica le mani e le luci scaldano gli occhi. È il bisogno umano — profondamente umano — di bellezza, di stupore, di qualcosa che illumini il buio dentro e fuori di noi.

Per i bambini,

l’albero acceso è magia pura.

È il segnale che “sta arrivando il Natale”, un tempo sospeso dove tutto sembra possibile. Li vedi con il naso all’insù, la bocca aperta, il cuore pieno. Loro non vedono i problemi, non vedono le mancanze. Vedono solo la luce. E forse è anche questo che ci insegnano: la capacità di stupirsi, sempre, anche quando gli adulti non ci riescono più.

Per la città,

un albero è un messaggio.

Un messaggio di comunità: siamo qui, insieme.

Di speranza: possiamo essere migliori, possiamo brillare anche noi.

Di identità: ogni luce è un frammento che ricompone un legame.

Eppure, anche nella bellezza più intensa, è giusto ricordare che le luci non cancellano le ombre. Le coprono, per un po’, ma non le risolvono. I problemi rimangono: quelli delle famiglie, delle scuole, dei quartieri, dei servizi che mancano, delle scelte sbagliate o rimandate.

Ed è proprio per questo che la magia serve.

Serve a ricordarci per cosa vale la pena continuare a impegnarsi.

Serve a ricordarci che una città viva non è fatta solo di addobbi, ma di persone che si parlano, che partecipano, che costruiscono insieme il proprio futuro.

Quindi sì:

godiamoci questa atmosfera. È giusto farlo. È necessario farlo.

Per un mese lasciamoci attraversare dalle luci, dai sorrisi, dai bambini che ridono.

Perché poi, quando le luci si spegneranno, resterà ciò che conta davvero: la volontà di trasformare quella magia in qualcosa di concreto per tutta la città.

E forse, in fondo, il vero senso del Natale è proprio questo:

accendere ciò che dentro di noi rischiava di spegnersi.

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